African Face Museum (serie di 162 disegni), 1996 di Frédéric Bruly Bouabré (1923-2014, Côte D'ivoire) Frédéric Bruly Bouabré | WahooArt.com

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"African Face Museum (serie di 162 disegni)"

Frédéric Bruly Bouabré (i) - Disegno (i) - 15 x 10 cm - 1996

L’origine di tutto il lavoro di Frédéric Bruly Bouabré (nato nel 1923, Zéprégüé, Costa d’Avorio, morto nel 2014 ad Abidjan, Costa d’Avorio) nasce da un’esperienza di viaggio: l’11 marzo 1948, “i cieli si aprirono davanti ai miei occhi e sette soli colorati descrissero un cerchio di bellezza intorno alla loro Madre-Sun, io divenni Cheik Nadro non dimenti: “Ecco”. Da allora affrontò ogni campo della conoscenza e raccolse la sua ricerca in manoscritti sulle arti e le tradizioni, la poesia, i racconti, la religione, l'estetica e la filosofia, rivelandosi un pensatore sorprendente, poeta, enciclopedista, creatore. Alla ricerca di un modo per preservare e trasmettere la conoscenza del popolo Bété, così come la conoscenza del mondo intero, ha inventato un alfabeto di 448 pittogram monosillabi per rappresentare sillabe fonetiche. Questa impresa ha guadagnato a Bouabré la leggendaria reputazione di essere un altro Champollion, in riferimento al grande studioso e linguista Jean-Paul Champollion (1790-1832), che ha scoperto la chiave per comprendere i geroglifici egiziani. L’alfabeto di Bouabré, che può trascrivere tutti i suoni umani, riflette l’essenza del suo pensiero: raggiungere l’universalità e unire l’umanità. Negli anni '70, iniziò a trasferire i suoi pensieri a centinaia di piccoli disegni in formato cartolina, utilizzando una penna a sfera e pastelli a colori. Questi disegni, raccolti sotto il titolo di Connaissance du Monde (Knowledge of the World), formano un'enciclopedia della conoscenza e dell'esperienza universale. Altri progetti, come Letture da Segni Osservate in Oranges (1988), servono come record visionari di divinazione. Per Bouabré, i suoi disegni sono rappresentazione di tutto ciò che è rivelato o occultato—segni, pensieri divini, sogni, miti, scienze, tradizioni—e vede il suo ruolo di artista come una chiamata redentrice. Egli ha dichiarato: “Ora che siamo riconosciuti come artisti, il nostro dovere è quello di organizzare in una società, e in modo tale da creare un quadro di discussione e scambio tra coloro che acquisiscono e quelli che creano. Da questo potrebbe sorgere una felice civiltà mondiale. ”

 





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