Riproduzioni Di Belle Arti Decapaggio di Giovanni Battista di Rombout Van Troyen (1605-1655, Netherlands) | WahooArt.com

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"Decapaggio di Giovanni Battista"

Rombout Van Troyen (i) - Olio Su Pannello (i) - 36 x 58 cm - (The Hermitage (St. Petersburg, Russia)) (i)
Anche se spesso incluso tra i ranghi dei seguaci di Caravaggio a Roma, un raggruppamento che gli effetti notturni della Lamentazione rendono plausibile, Turchi infatti ha esercitato una notevole indipendenza nella sua scelta di fonti e influenze. Dipinto nel 1617, solo pochi anni dopo aver lasciato la sua nativo Verona e ambientato a Roma, l'opera rivela una sorprendentemente forte tendenza classica, nonostante l'uso di illuminazione artificiale e contrasti drammatici di luce e ombra. Parte della qualità Caravaggesque qui, tuttavia, è un prodotto di due elementi molto specifici, l'uso di ardesia come supporto e l'illuminazione artificiale. Dal momento che il colore naturale dell'ardesia serve normalmente a produrre contrasti estremi di luce e ombra, Turchi potrebbe aver incluso una fonte di luce artificiale per sfruttare quelle tendenze inerenti al supporto. Se mettiamo da parte il forte uso di una fonte di luce interna, che potrebbe essere stata ispirata da qualsiasi numero di fonti romane o addirittura nord italiane, non vi è altra influenza apparente da tali pittori Caravaggeschi come Gerrit van Honthorst, che si specializzano in effetti notturni. Ciononostante, Turchi non può aver notato l'attenzione che il giovane pittore Utrecht stava attirando a Roma con i suoi brillanti effetti notturni in questo momento. Inoltre, come italiano settentrionale, aveva sicuramente familiarità con le varie scene notturne popolarizzate dalla famiglia Bassano. Quando venne alla resa delle figure, tuttavia, è alla famosa Pietà di Annibale Carracci (Museo di Capodimonte, Napoli) che Turchi voltò. Nel 1617 questo famoso dipinto, realizzato per il cardinale Odoardo Farnese, era ancora nel Palazzo Farnese a Roma. Da questa importante e insolitamente bella tela di Annibale, Turchi prese in prestito la posa idealizzata e la rappresentazione classica del corpo del suo Cristo morto. Questa qualità fortemente classica probabilmente rappresenta l'attribuzione successiva dell'immagine ad Annibale stesso nel 1700 inventario della collezione Borghese.





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